domenica 11 marzo 2012

A mon avis c'est le paradis!

Rullo di tamburi! Mister J. è tornato ad effettuare le sue indagini sulle liaisons tra Parigi e il cinema.
Mister J. si è dichiarato estasiato a seguito della scoperta di un nuovo rifugio per i suoi duri inverni parigini...questo luogo non è quello che i più maliziosi potrebbero immaginare ma un vero tempio della cultura cinematografica.

Il Forum des images è uno scrigno nascosto nel cuore di Parigi a disposizione degli amanti del cinema.

Creato dal poeta Pierre Emmanuel al fine di constituire una memoria audiovisiva legata alla città di Parigi l'istituzione raccoglie una vasta collezione di film.

L'idea era quella di testimoniare il passaggio del cinema nella città, la fusione fra Parigi e la setttima arte.
Dal 1895 la collezzione ha continuato ad arricchirsi di film dalla grande diversità di genere, origine e supporto.

L'architetto Paul Chemetov ha pensato ad una piccola città del cinema sotterranea.

La struttura, completata nel 1988, è infatti ubicata nel passaggio sotterraneo di intersambio fra più linee di metro e la rete suburbana ferroviaria.

Vi si accede in pieno centro da Les halles, poco lontano dal Centre Pompidu.

Scendendo le scale mobili che conducomo al Forum e ad un'ampio allestemento di centri commerciali, a 50 metri di profondità c'è una Parigi futuristica ed interrata.

Ecco la piazza gotica creata da Chemetov.



Insegne al neon che ricordano ai tanti distrattti consumatori che in questo non-luogo si trovano tre spazi pubblici dedicati alla cultura messi a disposizione dal comune della città.

Oltre al Forum des images vi si trovano infatti la musicoteca e la biblioteca dedicata al cinema.



La biblioteca offre una vasta gamma di materiale filmico e libri dedicati al cinema a disposizione di tutti.

Il design illuminato da forti luci al neon è minimalista e un pò newyorkese, beh il bianco e il rosa shocking stanno da Dio insieme!



Il corridoio che unisce la Place Carrè e la Rue du Cinema sembra un organismo vivente, il soffitto rappersenta la colonna vertebrale di questa enorme struttura incastrata nelle viscere Parigi.





L'entrata del Forum des images, al momento vi è la rassegna London calling, dedicata alla capitale inglese e alla cinematografia legata a questa grande metropoli europea.



La rassegna oltre ad un'ampia kermesse di film girati a Londra offre anche dibattiti e approfondimenti con autorevoli autori e docenti di cinema che analizzano aspetti specifici della relazione fra la città e il cinema.

Durante una noiosa e fredda domenica pomeriggio Mister J. è stato chimicamente attratto da un film in programma il cui titolo era La Victime...

 The victime (1961), titolo originale del film britannico firmato dal regista Basil Dearden narra l'epopea dell' affermato avvocato londinese Melville Farr (Dirk Bogard).
Farr è all'apparenza un uomo borghese, affermato, che conduce una vita idilliaca con la giovane e sofisticata moglie Laura (Sylvia Syms) fino a che un giorno non iniziano le minaccie e i ricatti.


Farr è infatti omosessuale e cade preda di un ricattatore assieme al giovane amante Calloway (Dennis Price). L'omosessualità nella puritana Inghilterra degli anni sessanta era infatti considerata un crimine fino al 1967 e punita di conseguenza con la galera. 


Il film segue Farr nella sua presa di coscienza, lo vediamo alzare la testa, rivendicare la propria libertà, aprirsi alla moglie Laura nel confessare i suoi veri gusti sessuali, avvicinarsi alle altre vittime di ricatti per prendere atto della propria condizione e ribaltarne così le sorti.

Il film è sorprendentemente moderno e sincero per l'epoca, l'omosessualità dei personaggi non è minimamanete velata, il tema è trattato apertamente e oggettivamente, senza taboo.

I personaggi sono ottimamente scritti e descrivono perfettamente il clima di terrore creatosi nella comunità omosessuale dell'epoca.

In berve un film asciutto, mai scontato e di denuncia sociale.

L' interpretazioni di Dirk Bogard (Farr) che all'epoca accettò senza timori un ruolo che molti avrebbero voluto ma che nessuno dei grandi attori dell'epoca osò accettare, è accorata e essenziale, senza fronzoli, marcata da un dolore contenuto che asserisce dignità e desiderio di giustizia sociale al personaggio.

Anche l'interpretazione di Sylvia Syms, nei panni della moglie Laura, contribuisce a definire il bellissimo personaggio della compagna, inizialmente ferita e distante sarà proprio lei a sostenere Farr nella sua lotta, ad amarlo incondizionatamente.

Splendida e esplicativa la frase che Laura pronuncia a Farr per dirgli che lei gli rimarrà accanto, anche di fronte al massacro dell'opinione pubblica:

"Need is a bigger word then love..."


Credo sia questa la frase che più rende giustizia ad un film che certamente non rispecchia più l'immagine della comunità gay, ma che allo stesso tempo potrebbe valere per le lotte dei nostri giorni. 
Ovunque ci sia bisogno, ovunque qualcuno soffra o venga discriminato per i propri gusti sessuali mi auguro ci sia sempre un'altro essere umano disposto a sostenerlo, a dimostargli solidarietà e a lottare per l'affermazione di se stessi.

Mister J. vi saluta e vi invita a seguire il prossimo post che vi condurrà nell'inquietante mondo di una favola gotica...

Ah dimenticavo, ecco il trailer del film!