martedì 28 febbraio 2012

Le ragazze di campagna


Dopo il post un pò pesantuccio e deprimente su Polisse Mister J. ha sentito la necessità assoluta di allietare i suoi lettori con un pò di leggerezza.
Mister J. in questi giorni è oltretutto un pò malinconico, sente la sua madre patria lontana e soprattutto ha bisogno di ricaricarsi con del sano trash italiano.
Riflettendo la vita parigina è veramente stressante e soprattutto le dimore parigine!
Sono piccole e anguste, gli spazi ridotti al minimo.
Ecco che a Mister J. sovviene un ricordo della sua infanzia spesa (ahimè) negli anni 80...
Il film in questione è Il ragazzo di campagna (1984), regia di Castellano e Pipolo, ne è l'interprete l'immenso... Renato Pozzetto.
Il film narra le vicende di Artemio (Pozzetto) un contadino che vive a Borgo Tre Case, un piccolissimo paese della campagna pavese, abitato principalmente da anziani, e dove l'unico passatempo è osservare il passaggio dei treni. Abita in una grande casa con l'anziana madre, che vorrebbe tanto vederlo sistemato con Maria Rosa, l'unica ragazza del paese, innamorata (non ricambiata) di lui.
Ecco a voi il trailer originale! 







Arrivato al giorno del suo 40º compleanno, Artemio si rende improvvisamente conto di non avere mai realmente vissuto una vita "normale", decide quindi di lasciare tutto e di tentare la fortuna, partendo per Milano.
Arrivato a Milano Artemio scopre i ritmi di vita sostenuti della metropoli lombarda, conosce loschi individui, scopre l'amore e soprattutto affitta un mini-appartamento dove gli spazi sono ridotti al minimo.
La scena è divenuta un cult e nonostante l'evidente ingenuità del film alcuni momenti sono veramente esileranti.
Ecco qua la scena nella quale Artemio visita un microscopico appartamento per lavoratori!


 
E Parigi non è da meno sotto questo  punto di vista… le case sono veramente piccole, la città è sovrappopolata e gli spazi razionalizzati al massimo!

Mister J. ha seguito per i suoi cari lettori due fresche novelle italiane, due donzelle della provincia italiana, due ragazze vere, dai sentimenti veri!
Eccole qua all’arrivo nel loro piccolo appartamento parigino, lo stupore nel loro sguardo è evidente…









Ed eccole mentre scoprono la fantastica vista del loro appartamento parigino.











Voilà dentro l'armadio si trova la cucina,  mooolto pratica,e sorprendente!



Ma le nostre amiche non potevano non portare la caffettiera italiana, che bella visione vederla accanto alla vista della Defense ... 


Le nostre fanciulle hanno bisogno di modernizzarsi, di essere delle vere parisiennes, è ora di emanciparsi!
Vai con le scarpe col tacco e dettaglio floreale!

 
un po di rossetto... 

 
un accessorio che incornici il volto... 
 
una telefonatina alla mamma, ma quanto ce piace de chiaccherà!


 E non dimentichiamoci che l'emancipazione femminile và di pari passo con la frociaggine, la nostra amica ha già capito che nel suo destino c'è scritto che sarà una  fille a pedales e sta già facendo le prove, che avanti!


Bé è vero gli spazi sono angusti ma non dimentichiamo che le nostre ragazze di campagna hanno un bagno da favola, con cielo stellato... sono già star, sono già nel firmamento...


                                                            Paris que romantique!

La nostra piccola escursione nel mondo trash degli amici italiani residenti in Francia per il momento si conclude qui, Mister J. si augura che abbiate apprezzato, ringrazia per la partecipazione straordinaria Vera e Cecilia e vi invita al prossimo sopralluogo, un posto incantato nei sotterranei di Parigi... 

domenica 5 febbraio 2012

Per un' (ri)educazione della polizia...


 
Polisse in francese è un gioco di parole fra la parola "politesse" (educazione) e "police" (polizia).
Questo binomio rivela il messaggio profondo e etico del film di Maïwenn Le Besco. 
Spesso ci scordimao che le forze dell'ordine sono nate per tutelare e proteggere il cittadino, spesso sono le stesse forze dell'ordine che ce lo fanno dimenticare.

Quante storie sui giornali di dipendenti dell'arma che uccidono di botte dei poveri tossici durante l'interrogatorio, che stuprano donne all'interno della caserma, che sparano a tifosi in una stazione dell'autogrill...

Troppe sono le cronache di violenza che coinvolgono la polizia, in Francia come in Italia.

Con questo film Maïwenn mi ha ridato un pò di fiducia. Non credo che questo fosse il suo intento ma grazie a Polisse ho scoperto un aspetto umano delle forze dell'ordine che finora non avevo considerato.

Il film racconta le giornate e le lunghe indagini dell'unità di protezione dell'infanzia di Parigi.



Maïwenn realizza un film corale, tra documentario e fiction, con un impronta realistica fortissima.

La camera segue i personaggi nella loro quotidianeità, dalla sveglia la mattina, all'arrivo in ufficio; dalle indagini  agli interrogatori.



Non ci risparmia niente Maïwenn, tutto è mostrato nella sua interezza, la crudeltà degli abusi è quasi destrutturata, a tal punto da renderla normale.

Ma fino a che punto si può svolgere il proprio lavoro senza esserne coinvolti?

Durante la prima parte del film la camera segue i personaggi nel loro lavoro quotidiano, nelle postazioni, nell'irruzione di un campo rom, nell'ascolto di adoloscenti che si prostituiscono in web-cam, nello scoprire che un padre borghese e all'apparenza amorevole abusa della figlia...



L'elenco potrebbe andare avanti a lungo, sono molte le storie che  Maïwenn racconta nelle due ore di film.

Ma ciò che più coinvolge alla fine sono le storie dei poliziotti, ogni personaggio vive in maniera differente il proprio lavoro. Oguno di loro paga a suo modo un prezzo carissimo.

Il cast tutto dà una prova recitativa incredibile, devastante.

Su tutti chi stupisce di più è Joeystarr, affermato cantante rapper in Francia, ex compagno di Beatrice Dalle, che sembra perfettamente  a suo agio al cinema.

Da antologia la scena in cui trattiene un bambino urlante che la madre immigrata affida alla polizia perchè non in grado di sfamarlo.

Grande prova anche per la coppia (sul lavoro) interpretata da Marina FoïsKarin Viard.



Amiche e colleghe che vivono in maniera opposta il proprio lavoro, sono proprio i loro personaggi che guideranno lo spettatore alla conclusione del fim.

Polisse  si conferma un film coraggioso e mai scontato.
Meritatissimo il premio della giuria all'ultimo festival di Cannes.

Un film che tocca un nervo scoperto della società francese senza se e senza ma, un film che in Italia forse non sarebbe possibile realizzare...

Da segnalare nella bellissima colonna sonora il brano dei Keedz "stand on the word" che segna la scena in cui i colleghi escono insieme, ballando e ubriacandosi in un pub, la musica dei Keedz rende benissimo il senso di liberazione ed evasione del quale i personaggi hanno assolutamente necessità...



Ah dimenticavo nel film c'è anche il nostro Scamarcio! Bello come il sole stavoltà non fà il duro ma un padre un pò sfigato e tenerone...